Il Leone di San Marco a Venezia: simbolo di maestà e di potenza
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Il Leone di San Marco a Venezia: simbolo di maestà e di potenza

Il leone alato è un’icona che attraversa i secoli

Il leone di San Marco è un leone alato che rappresenta simbolicamente l’evangelista San Marco, patrono della città di Venezia. È conosciuto anche come leone alato e leone marciano. È un simbolo utilizzato per dare un immediato e inconfondibile segno di identità e di potenza.
Non ha un significato ufficiale o politico, ma solo un’origine popolare e religiosa.

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Opera di Arte 2000

È simbolo della città lagunare, dell’antica Serenissima Repubblica, del Comune, della Provincia e della Regione Veneto. Compare nello stemma della Marina Militare Italiana quindi nella bandiera della Marina Mercantile. È presente nelle piazze e nei palazzi storici di tutte le città che sono state dominate dalla Serenissima, sui distintivi veneti d’uso civile, militare e religioso, nei gonfaloni e nelle monete.

La simbologia cristiana deriva da un’antichissima leggenda

San Marco è stato un evangelista, ma di lui non si hanno molte informazioni, le principali sono state desunte dagli Atti degli Apostoli. Discendeva da una famiglia sacerdotale di Gerusalemme e la sua missione era quella di convertire gli infedeli e fondare una delle più antiche e importanti sedi della cristianità di quei tempi. Anche se non ci sono fonti certe, sembra che proprio ad Alessandria d’Egitto abbia trovato la morte.

La rappresentazione di San Marco come leone alato ha avuto origine da un’antica leggenda dove si racconta che in una sera tempestosa, mentre navigava verso Roma, di ritorno da Aquileia dove era andato a predicare il Vangelo, cercò riparo in una delle poche capanne di pescatori che sorgevano a Venezia, probabilmente a Rialto. Dopo una frugale cena si addormentò. Un angelo, rappresentato da un leone alato, gli apparve in sogno ed esclamò una frase in latino:

«Pax tibi Marce Evangelista meus, hic requiescet corpus tuum»

(Pace a te Marco mio Evangelista, qui riposerà il tuo corpo)

quasi a significare che tra la popolazione veneta il santo avrebbe trovato riposo, venerazione e onore. La prima parte di questa frase è diventata la citazione più famosa e usata nelle riproduzioni del leone di San Marco con il libro aperto. Qui l’articolo.

Al mattino raccontò il sogno ai pescatori. Poi salpò per continuare il viaggio. La leggenda si tramandò per secoli di padre in figlio.

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Opera di Vladimir Lukič Borovikovskij

Il leone preannunciò che Marco avrebbe trovato riposo e venerazione a Venezia

Col passare del tempo i veneziani si sentirono sempre più in dovere di far tornare San Marco a Venezia. Avere l’onore di custodire l’importante reliquia di uno dei quattro evangelisti avrebbe portato grande prestigio alla città e la possibilità di avanzare pretese nella successione ecclesiastica. Nell’anno 828 le reliquie, trafugate ad Alessandria d’Egitto da due mercanti veneziani, Bono da Malamocco e Rustico da Torcello, vennero accolte a Venezia dai Dogi che forti della profezia dell’angelo giustificarono l’impresa.

Trafugamento del corpo di San Marco – Gallerie dell’Accademia, Venezia

Trafugamento del corpo di San Marco – Tintoretto – Gallerie dell’Accademia, Venezia

Per ospitare le spoglie venne consacrata e dedicata a San Marco la Prima Basilica, poi iniziarono le trattative con il Papa per ottenere il riconoscimento della sede vescovile, che prima era ad Aquileia poi a Grado.
Attorno al 1060 il doge Contarini decise di iniziare la costruzione dell’attuale grande e prestigiosa Basilica di San Marco in onore di colui che ormai era già patrono e simbolo della città.

La rappresentazione di San Marco come Leone Alato diventò simbolo della città lagunare.

 

Il leone alato e la politica

Il possesso delle reliquie di San Marco ebbe un forte impatto sulla cittadinanza che sentendosi sicura e protetta sviluppò una forte devozione. Comportò altresì importanti vantaggi di tipo diplomatico e politico che giovarono a Venezia e alla sua immagine sulla scena internazionale. Verso la fine del XIII secolo il leone iniziò ad avere una valenza politica: apparve negli atti ufficiali della Repubblica e venne usato come sigillo sui cippi confinari.

Nella simbologia cristiana e nella storia dell’arte il leone rappresenta San Marco

Il leone alato compare già nel Tetramorfo

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Nel Tetramorfo, antica rappresentazione iconografica che significa quattro forme, Cristo risulta essere circondato da quattro esseri viventi, con le sembianze di leone, di vitello poi divenuto toro, di uomo e di aquila, alati e con aureola. Nel 180 d.C. Sant’Ireneo, vescovo di Lione, interpretò questi quattro simboli come i quattro Evangelisti e, alla fine del IV secolo, San Girolamo assegnò definitivamente un animale ad ognuno.

Il leone, da sempre simbolo di forza, fierezza, maestosità, nobiltà e coraggio, venne associato a Marco per come enfatizza la potenza della Resurrezione, la maestà e la regalità di Cristo e per le caratteristiche del suo Vangelo. Marco infatti, per descrivere Giovanni Battista che preannuncia agli uomini la venuta di Gesù, iniziò il suo libro con la citazione “la voce di uno che grida nel deserto”, facendo immaginare il ruggito di un leone.

La Legenda Aurea di Jacopo da Varazze

Jacopo da Varazze, frate domenicano, scrisse la “Legenda aurea”, raccolta medievale di biografie dei santi che diede grande risalto alla vita di San Marco. Indusse la Repubblica ad adottare un simbolo per ricordarlo ed ispirare sentimenti patriottici, pacifici e religiosi.
Molti studiosi fanno risalire alla fine del XII secolo la figura del leone alato quale simbolo ufficiale della Repubblica Veneta assieme al motto di benvenuto e accoglienza Pax tibi Marce Evangelista meus.

Quale simbolo della Serenissima, questo animale affascina ancor oggi i veneziani, ma non solo. È da sempre considerato simbolo di potenza e regalità. Molte sono le sculture commemorative e ornamentali dei leoni alati che si confondono con i leoni generici. Sono collocate davanti all’ingresso delle ville, sui pilastri dei cancelli, nei giardini o dentro le abitazioni.

Sono molti gli aneddoti su scultori e opere e noi continuiamo a raccontarli per farvi conoscere l’affascinante mondo del marmo. Uno tra i più curiosi è quello sul leone di burro dello scultore Canova.

Questo articolo contiene informazioni generali. Per domande e curiosità lascia un commento qui sotto.
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10 Comments
  • Giovanni errera

    2 marzo 2019 at 11:28 Rispondi

    Mi chiamo giovanni ho quattro pezzi in argentoncon vassoio del peso di kg 3850 con inciso lo stemma dell’leone alato di venezia il valore?

    • Arte 2000

      4 marzo 2019 at 19:12 Rispondi

      Buonasera Giovanni, ci spiace purtroppo non possiamo aiutarla, non siamo estimatori e non lavoriamo nel settore dei metalli preziosi. Dovrebbe rivolgersi a un antiquario.

  • Vadin Russu

    23 febbraio 2020 at 10:33 Rispondi

    Animazione di priva con Leone Marciano 😉
    https://youtu.be/xwvaFpvNcFM

    • Arte 2000 - Paola

      25 febbraio 2020 at 10:51 Rispondi

      Grazie Vadin per la condivisione! Complimenti!

  • VICENZA

    2 gennaio 2021 at 13:00 Rispondi

    non si capisce niente

    • Arte 2000 - Paola

      29 gennaio 2021 at 16:46 Rispondi

      La ringrazio per aver letto l’articolo, mi spiace non lo abbia gradito. Ben vengano le critiche, aiutano a migliorarsi soprattutto se costruttive. Siamo professionisti nella lavorazione e progettazione di opere in marmo su misura e non blogger, scriviamo per passione e con l’entusiasmo di voler condividere la nostra esperienza, raccontare e parlare del nostro mondo. Se ha qualche suggerimento da darmi, sarà ben accettato. Mi auguro Lei possa comunque apprezzare l’insieme delle informazioni e delle nozioni che condividiamo nel nostro sito. Buona lettura

  • Giovanni Biondi

    8 marzo 2023 at 5:49 Rispondi

    Ottima e succinta spiegazione.

    • Arte 2000 - Paola

      8 marzo 2023 at 11:28 Rispondi

      Grazie Giovanni

  • Giovanni Biondi

    8 marzo 2023 at 5:51 Rispondi

    Spiegazione molto bella e corretta.

    • Arte 2000 - Paola

      8 marzo 2023 at 11:29 Rispondi

      Grazie Giovanni, la tua opinione ci motiva a continuare

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